Eventi
Rassegna L’uomo è solo
sabato, 23 novembre 2013
L’uomo è solo?
Michel Agier, N.T. Binh, Bice Curiger, Telmo Pievani, Thomas Ruff, Salvatore Settis
Quale solitudine? Il concetto racchiude i significati di stare da soli e sentirsi soli e può assumere sfaccettature diverse.
Essere soli può essere una condizione necessaria per intraprendere un percorso nella ricerca di senso e liberarsi dalla condivisione con la maggioranza per sviluppare la propria autonomia di pensiero e di azione. Essere soli è allora una scelta per una pienezza dell’esistenza.
“Essere soli è il destino di tutti i grandi spiriti: un destino a volte deplorato ma sempre scelto come il minore dei mali” (Schopenhauer, “Aforismi sulla saggezza della vita”).
Ma la solitudine è anche il sentimento che accompagna il restringimento delle possibilità, la finitezza dell’esperienza rispetto all’infinito spaziale e temporale. Di fronte al proprio destino ultimo si è soli “Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole, ed è subito sera” (Quasimodo, “Ed è subito sera”).
La solitudine è una condizione ineludibile dell’esistenza umana data dall’impossibilità di uscire dal proprio modo di percepire le cose. Nell’esperienza del vuoto, l’uomo è prigioniero di sé stesso nella mancanza di rapporti interpersonali, insoddisfacenti per la loro natura o per impossibilità a stabilire rapporti significativi. Si può sentirsi soli nella famiglia, nella comunità, nel lavoro, in un contesto ritenuto indifferente o ostile.
Sul piano oggettivo, esiste la solitudine degli esclusi, delle minoranze, degli anziani, la solitudine della caduta nelle traiettorie di vita, la solitudine dei re. Anche gli eroi, di fronte alla depossessione, erano soli. Nel mondo contemporaneo interconnesso dalle tecnologie digitali, ci sono i non connessi, i distaccati da ciò che collega la maggioranza.
Anche le neuroscienze hanno aperto prospettive sulle implicazioni a livello cerebrale dei contatti e della loro assenza.
L’arte, che ha rappresentato nella sua storia il distacco del genio rispetto al mondo quanto il desiderio di vivere in compenetrazione con esso, ha utilizzato la solitudine come strumento di meditazione e di costruzione formale, ma ne ha anche fatto la culla protetta di una sensibilità metafisica che dal Rinascimento chiamiamo melancolia.
sabato, 23 novembre 2013
L’uomo è solo?
Nel mondo affollato in cui cedono le relazioni significative e aumentano le diversità la solitudine cresce.
Michel Agier, N.T. Binh, Bice Curiger, Telmo Pievani, Thomas Ruff, Salvatore SettisQuale solitudine? Il concetto racchiude i significati di stare da soli e sentirsi soli e può assumere sfaccettature diverse.
Essere soli può essere una condizione necessaria per intraprendere un percorso nella ricerca di senso e liberarsi dalla condivisione con la maggioranza per sviluppare la propria autonomia di pensiero e di azione. Essere soli è allora una scelta per una pienezza dell’esistenza.
“Essere soli è il destino di tutti i grandi spiriti: un destino a volte deplorato ma sempre scelto come il minore dei mali” (Schopenhauer, “Aforismi sulla saggezza della vita”).
Ma la solitudine è anche il sentimento che accompagna il restringimento delle possibilità, la finitezza dell’esperienza rispetto all’infinito spaziale e temporale. Di fronte al proprio destino ultimo si è soli “Ognuno sta solo sul cuor della terra, trafitto da un raggio di sole, ed è subito sera” (Quasimodo, “Ed è subito sera”).
La solitudine è una condizione ineludibile dell’esistenza umana data dall’impossibilità di uscire dal proprio modo di percepire le cose. Nell’esperienza del vuoto, l’uomo è prigioniero di sé stesso nella mancanza di rapporti interpersonali, insoddisfacenti per la loro natura o per impossibilità a stabilire rapporti significativi. Si può sentirsi soli nella famiglia, nella comunità, nel lavoro, in un contesto ritenuto indifferente o ostile.
Sul piano oggettivo, esiste la solitudine degli esclusi, delle minoranze, degli anziani, la solitudine della caduta nelle traiettorie di vita, la solitudine dei re. Anche gli eroi, di fronte alla depossessione, erano soli. Nel mondo contemporaneo interconnesso dalle tecnologie digitali, ci sono i non connessi, i distaccati da ciò che collega la maggioranza.
Anche le neuroscienze hanno aperto prospettive sulle implicazioni a livello cerebrale dei contatti e della loro assenza.
L’arte, che ha rappresentato nella sua storia il distacco del genio rispetto al mondo quanto il desiderio di vivere in compenetrazione con esso, ha utilizzato la solitudine come strumento di meditazione e di costruzione formale, ma ne ha anche fatto la culla protetta di una sensibilità metafisica che dal Rinascimento chiamiamo melancolia.
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Programma
Onorevole Marco Borradori, sindaco di Lugano
Introduzione alla giornata del direttore del Museo Cantonale d’arte
Marco Franciolli
Modera Elena Volpato, storica dell’arte
Pausa
Contributi e partner
Con il contributo di
In collaborazioni con
Partners
- Museo Cantonale d'Arte
- Museo d'Arte, Lugano
- ProMuseo Associazione degli Amici del Museo Cantonale d’Arte
- Società Ticinese di Belle Arti
- L’Ideatorio dell’Università della Svizzera Italiana
Michel Agier
N.T. Binh
Bice Curiger
È co-fondatrice e caporedattrice dal 1984 della rivista bilingue "Parkett" (Zurigo, New York, più di 90 volumi pubblicati), dal 2004 direttrice anche di "Tate etc" (la rivista della Tate Gallery di Londra), è stata nella giuria del DAAD di Berlino (l’organizzazione mondiale per la promozione degli scambi accademici), ha fatto parte della Kunstkommission federale (1984-1994) e del consiglio dell’università di Zurigo (1999-2004), ha avuto la cattedra di Rudolf Arnheim all’Università di Berlino (2006-2007) e ha insegnato all’Accademia di Mendrisio. Ha ricevuto numerosi premi come il Kulturpreis del Canton Zurigo, il Premio Meret Oppenheim, La medaglia Heinrich-Wölfflin e l’Ordine di Chevalier des Arts et des Lettres. Ha diretto la Biennale di Venezia del 2011 "ILLUMinazioni-ILLUMInation" ed è autrice di numerosissime pubblicazioni. Attualmente è direttrice della Fondation Vincent van Gogh ad Arles.
Telmo Pievani
Presso lo stesso Dipartimento è anche titolare dell’insegnamento di Antropologia. Dal 2001 al 2012 è stato in servizio presso l’Università degli studi di Milano Bicocca.
È autore di numerose pubblicazioni nazionali e internazionali nel campo della filosofia della scienza.
Fa parte del Comitato Etico e del Comitato Scientifico della Fondazione Umberto Veronesi per il progresso delle scienze, per la quale collabora ai comitati di programma delle conferenze mondiali "The Future of Science" e "Science for Peace".
E’ direttore di Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione.
Thomas Ruff
Salvatore Settis
È stato presidente del Consiglio Superiore dei Beni Culturali (2007-2009) ed è tra i founding members di European Research Council.
Ha tenuto le lsaiah Berlin Lectures all’Ashmolean Museum di Oxford e le Mellon Lectures alla National Gallery di Washington, e ha avuto la Càtedra del Museo del Prado a Madrid.
E’ presidente del Consiglio Scientifico del Louvre. E’ membro dell’Accademia dei Lincei, dell’Accademia delle Scienze di Torino, dell’ Istituto Veneto, dell’American Philosophical Society di Philadelphia, dell’American Academy of Arts and Sciences e delle Accademie di Francia, di Berlino, di Baviera e del Belgio.
I suoi interessi di ricerca includono temi di storia dell’arte antica e moderna, nonché di orientamento e politica culturale, per i quali ha ottenuto premi e riconoscimenti in Italia e all’estero. Autore di numerose pubblicazioni e libri tradotti in molte lingue e curatore di importanti opere collettive, attualmente dirige per l’editore Panini di Modena la collana Mirabilia Italiae.